Durante la mia carriera lavorativa da programmatore decisi di iscrivermi all’università come studente lavoratore per migliorare le mie competenze e mettermi alla prova. Fu una decisione molto elettrizzante, rimettersi in gioco e uscire dalla mia comfort zone è stata una delle decisioni più importanti della mia vita.
Vi illustro – a mio avviso – quali potrebbero essere gli step giusti. Inizio dal “rimettersi a studiare” perché se lo troverete noioso e non riuscirete a farlo, la vita da studente lavoratore non aiuterà chiaramente a spronarvi.
Primo step – rimettersi a studiare
Il primo fu rimettermi a studiare le nozioni di base che, alla fine delle superiori, erano scontate (si, parlo di trigonometria, statistica e cose simili in quanto l’università scelta era nel ramo scientifico). Non date così per scontato che sia facile ricominciare a studiare: a poco a poco iniziamo a dimenticare come apprendere perché la nostra vita inizia a non richiederlo più. Nel mio caso sono stato abbastanza fortunato in quanto il mio lavoro richiedeva un costante aggiornamento per rimanere in linea con le tecnologie. Quello che blocca è proprio il primo passo: quando vi rimettete a studiare tutto ciò che avete appreso alle superiori vi sentirete leggermente frustrati. Questo perché le cose che studierete non saranno affini totalmente al corso universitario ma, in fondo, sono tutte cose interessanti da sapere.
Secondo step – Identificare il corso corretto
Puntate alla luna, ma non a Marte. Ricordatevi che il vostro tempo sarà limitato in quanto studenti lavoratori e, se volete come obiettivo rimanere in corso, non datevi a cose troppo distanti da voi. Siate realistici e cercate di informarvi relativamente alla difficoltà del corso. Un altro fatto molto importante, verificate che il vostro lavoro possa coesistere con il corso scelto: alcuni corsi potrebbero essere con frequenza obbligatoria rendendovi la vita molto complessa. Potete sempre guardare queste informazioni sulla pagina del corso.
Terzo Step – Iscriversi all’università e passare il test di ingresso
Guardate bene le modalità di iscrizione, i corsi universitari tendenzialmente iniziano a settembre e finiscono a luglio. Non potete iscrivervi ad un corso già avviato quindi organizzatevi a livello temporale in modo corretto. Guardate con molte attenzione le borse di studio. So che possono sembrare cose inarrivabili ma molte delle borse sono erogate in base alla vostra ISEE con richiesto un numero minimo di crediti (sono quelli che vi erogheranno per ogni esame passato). La cosa bella è che – come nel mio caso – le tasse universitarie non erano dovute oltre a fornirmi una discreta somma per l’acquisto di libri e altro.
Il test di ingresso se avete effettivamente ripassato come suggerito nel primo step non sarà troppo complicato. Nel mio caso ho studiato in vacanza – in spiaggia per la precisione – tutti i concetti principali delle superiori.
Quarto Step – Parlare con il proprio datore di lavoro
Questo è il passo più difficile, anche nel mio caso è stato molto complicato. Inizialmente fui abbastanza sconcertato perché pensavo veramente che il mio superiore fosse felice quanto me che mi iscrivessi all’università. Ma purtroppo lo vide come un mio voler “lavorare di meno” e successivamente alla laurea “trovarmi un altro lavoro o chiedere un aumento”.
Beh, ammetto che magari molti di voi abbiano come obiettivo il secondo, è naturale. Nel mio caso volevo aumentare le mie competenze per essere più attrattivo nel mondo del lavoro (anche se appena finita l’università ho fondato un’azienda).
Il concetto che dovreste far passare al vostro superiore è che volete realmente migliorare il vostro bagaglio culturale e che riuscirete a portare a termine tutti gli obiettivi che vi darà in tempo e con maggior efficacia.
Cercate di concordare un orario flessibile (ora va molto di moda lo smart-working), nel mio caso la parola era un’eresia. Smart-working = non hai voglia di lavorare. Sono riuscito a strappare 4 ore alla settimana flessibili che potevo distribuire durante gli altri giorni (es. il giovedì uscivo alle 3 e il martedì lavoravo fino alle 7).
Quinto Step – Crearvi un gruppo di studio
Questa è la parte più importante. Da studenti lavoratori non potrete chiaramente partecipare a tutte le lezioni, nel mio caso lavoravo 8 ore al giorno e facevo pure gli straordinari.
Il gruppo di lavoro sarà la vostra più grande fonte di informazioni. Non riusciendo a partecipare alle lezioni non saprete gli argomenti dell’esame e vi toccherà – nel caso – studiarvi tutto il libro del corso. Molto spesso accade che a lezione si analizzano solamente alcune parti di un libro e sapere quali per voi sarà molto importante. Gli appunti, le lezioni e tutto questo vi verranno fornite da questo gruppo.
Attenzione però che dovrete essere parte attiva del gruppo: nel mio caso ero un programmatore da 6 anni e quindi aiutavo in parte con i progetti. Trovate magari un’università affine con le vostre passioni così potrete aiutare anche voi il gruppo. A nessun gruppo piacciono gli elementi di peso e basta.
Il dialogo con i professori
Ricordatevi una regola d’oro, non dite mai ai professori che siete studenti lavoratori. A nessuno interessa che siete veramente bravi e che lavorate pure, specialmente ai professori.
Ricordate che il loro obiettivo è che voi frequentiate le lezioni e non sopportano le persone che non lo fanno. Dal momento che vi dichiarate aspettatevi un trattamento di “studenti di serie B”. So che è controintuitivo ma quando deciderete di fare questo passaggio avrete praticamente il mondo contro: il lavoro, l’università e – spero non per voi – la vostra relazione. Io ringrazio tantissimo mia moglie che mi ha sopportato per tutti i tre anni di università e ha creduto in me. Senza di lei non avrei potuto nemmeno lontanamente pensare di riuscirci.
Ritagliatevi del tempo per lo studio
E’ fondamentale che troviate tempo per lo studio e per concentrarvi sulla raccolta delle informazioni. Nel mio caso studiavo il sabato e la domenica in quanto erano giorni in cui ero più tranquillo. Non facevo un lavoro semplice quindi, dopo otto ore di lavoro, ero abbastanza stanco, o almeno, non riuscivo a studiare analisi in tranquillità. Alcune materie sono più semplici, altre più complesse. Dopo una giornata di lavoro dedicatevi magari a quelle più semplici e nel weekend a quelle più complesse.
Conclusioni
La vita da studente lavoratore non è assolutamente facile, ma come ho anticipato, è quella che mi ha cambiato la vita. Mi ha insegnato a raggiungere i miei obiettivi, a capire i miei limiti, e onestamente, tutti gli anni successivi sono stati in discesa.